martedì 7 febbraio 2012

Dalle caverne e dalle giungle dell'Indostan di Helena Petrovna Blavatsky (Edizioni L’Età dell’Acquario)


Tra il 1879 e il 1880, in compagnia di alcuni amici americani, Helena Blavatsky, fondatrice e massima teorica della Società Teosofica, compie un lungo viaggio in India, da cui ricava una grande quantità di appunti che sono all’origine di questo volume e di un altro (Un’isola di mistero) di prossima pubblicazione.
L’India che incontra, come è facile immaginare, è quella profonda, misteriosa e senza tempo, degli dei che tutto possono, delle sette innumerevoli, degli eremiti e degli stregoni, dei templi e delle caverne, delle giungle insidiose abitate da animali sacri e crudeli.
Osservatrice acuta, appassionata e dotata di un notevole sense of humour – oltre che narratrice di razza –, la Blavatsky evoca leggende e tradizioni millenarie, ci introduce ai misteri di riti sciamanici e magici, ci fa assistere a rituali di purificazione, a cerimonie funebri, a feste e banchetti, ci svela i segreti dell’alchimia e delle scienze occulte.
Alla fine, di questo viaggio avventuroso e incantato affiora la dimensione più autentica, che è quella filosofica, spirituale ed esoterica.

Helena Petrovna Blavatsky (1831-1891) nasce da una nobile famiglia russa. Appassionata studiosa di filosofia, religioni e scienze metafisiche, ha viaggiato in moltissimi paesi alla ricerca della conoscenza occulta, delle leggi inesplicate della Natura e dei poteri latenti dell’uomo. Nel 1875 fondò a New York, con il colonnello Henry S. Olcott e altri, la Società Teosofica, un movimento di ricerca spirituale che ha, ancora oggi, adepti in tutto il mondo. È autrice di diversi volumi, fra cui ricordiamo: Iside svelata, La dottrina segreta, La chiave della Teosofia.

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