venerdì 11 maggio 2012

Governo ombra di Maurizio Molinari (Rizzoli)


Gennaio 1978: l’ambasciatore statunitense in Italia, Richard Gardner, scrive alla Casa Bianca chiedendo al presidente Carter di smentire le voci che circolano a Roma su un presunto via libera di Washington all’ingresso del Pci nel governo. È l’inizio dei dodici mesi tra i più densi della storia italiana. Gli americani temono per la stabilità di un Paese sul confine della Guerra Fredda, teatro per lo più di numerosi attentati da parte delle Brigate rosse in aperta sfida alle istituzioni della Repubblica: «Il partito comunista italiano non condivide i nostri profondi valori e interessi democratici» sarà la posizione ufficiale del Dipartimento di Stato sul compromesso storico. Alleati decisivi si riveleranno il Vaticano di Paolo VI e Bettino Craxi, abile nello sfruttare l’impatto politico del delitto Moro per inserirsi fra Dc e Pci e lanciare un’offensiva ideologica contro Botteghe Oscure ed Enrico Berlinguer. Avvalendosi di un accesso privilegiato agli archivi declassificati del Dipartimento di Stato americano e di altre fonti esclusive, Maurizio Molinari racconta nuovi retroscena di un anno che segnò la storia della nostra democrazia: le trame internazionali che si scatenano intorno al delitto Moro; la diffidenza degli Usa verso Pertini, eletto presidente dopo lo scandalo Lockheed e di cui si teme il carattere “testardo” e la tendenza a “non fidarsi dell’America”; l’attenzione alle informazioni raccolte dai giornalisti, con Montanelli che avverte “Il sangue scorrerà nelle strade”; le difficoltà nel concedere il visto per gli Usa a Giorgio Napolitano mentre fervono però i rapporti informali tra esponenti del Pci e inviati americani. In un libro sorprendente, un susseguirsi di incontri clandestini e gaffes istituzionali, manovre inquietanti e dispacci segreti che sembrano usciti da un romanzo di spionaggio. Ma è la nostra vera storia.

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