mercoledì 13 giugno 2012

La maledizione di Ötzi, la mummia dei ghiacci di Guy Benhamou e Johana Sabroux (Edizioni L’Età dell’Acquario)


Il 19 settembre 1991, a 3200 metri di altitudine, al confine tra Alto Adige e Tirolo, una coppia di escursionisti tedeschi scopre un corpo mummificato intrappolato nel ghiaccio. Subito si pensa ai resti di qualche alpinista scomparso nel corso dei decenni precedenti. Ma presto si fa strada una verità stupefacente: Ötzi – così verrà battezzata la mummia – è un uomo del Neolitico. E accanto a lui stanno gli oggetti che usava quotidianamente, i suoi vestiti e anche le sue «medicine». Archeologi, patologi, medici e biochimici di due paesi, l’Austria prima e l’Italia poi, si mettono al lavoro (non senza contrasti e aspre rivalità) e compiono scoperte sorprendenti sulla vita di quest’epoca remota. Non solo. Scoprono che Ötzi è stato assassinato: ha una mano ferita e qualcuno l’ha colpito alla schiena con una freccia. Chi è stato? E perché? A questi misteri presto se ne aggiungono altri. Negli anni successivi al ritrovamento, sette delle persone che si sono avvicinate alla mummia muoiono. I giornali incominciano a parlare della «maledizione di Ötzi». In questo reportage esemplare Guy Benhamou e Johana Sabroux ripercorrono tutta l’appassionante vicenda, ricostruendo nel dettaglio gli studi eseguiti sul corpo della mummia e sugli oggetti che le appartenevano, la sfida scientifica rappresentata dal problema della sua conservazione, l’indagine «poliziesca» sulla sua morte violenta. E naturalmente anche la serie di morti che ha decimato in breve tempo la piccola comunità che attorno a Ötzi si era creata. Senza mai dimenticare che questo preziosissimo «reperto» archeologico e antropologico è stato, molto tempo fa, un uomo, e come tale va rispettato.

GUY BENHAMOU, giornalista, collaboratore della rivista «Le Point», è autore di Pour solde de tout compte, Arnaud Montebourg, l’ambition à tout prix, Le Pacte. JOHANA SABROUX è giornalista. Ha collaborato con Radio-France e «Libération».

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