lunedì 12 novembre 2012

Il curatore segreto del Vaticano di Umberto Vitiello (dal 22 novembre in libreria per Lupo editore)



Aspirazioni e delusioni, coraggio critico, impegno in difesa dei valori evangelici più genuini – come in tanti teologi contemporanei (da Hans  Küng  a Vito Mancuso) – in un romanzo avvincente che si tinge di giallo.
La Chiesa cattolica, profeticamente collocata in un domani non molto lontano, si appresta a rinnovarsi per accogliere tutti i cristiani del mondo in una semplificazione teologica che la renda universalmente accetta. Siamo così alla vigilia del Concilio Vaticano III, voluto dal nuovo papa – un convinto “giovanneo” sudamericano – per attuare la riconciliazione dei credenti; grande è l’avversione della maggior parte dei curiali che, in difesa della tradizione e dei propri privilegi, non disdegnano di ricorrere al complotto pur di evitare che, in nome dell’ecumenismo, la Chiesa di Roma rinunci alla propria ricchezza e al plurisecolare patrimonio teologico che la caratterizza.
La storia ha inizio con l’assassinio di un novizio nell’Abbazia del Santo sul Colleprato, dove è ospite da alcuni anni un noto economista, ex professore di Oxford fattosi monaco, personaggio centrale dell’intera vicenda. Chiamato segretamente in Vaticano, è lui (in qualità di “curatore”) ad informare il papa della vera natura dei fondi dello IOR suggerendogli come liberarsi di una istituzione implicata in operazioni finanziarie spesso contrastanti con i principi evangelici. Si giungerà così alla tanto attesa convocazione dell’ultimo concilio della Chiesa cattolica, primo di una universale Chiesa di Cristo ispirata ai valori originari.

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